(Hallow Ground 2020)
La giapponese di stanza a Düsseldorf Miki Yui, in questo suo nuovo album sfonda la porta del consueto e tracima sensuale.
Piedi che si staccano da terra fra correnti ascensionali calde e avvolgenti (l’incanto protratto oltre dieci minuti dell’opener Listen), leggermente più sinistre lungo i bordi (la sottile coltre venefica che avvolge Chanting), che scivola sotto la superficie ed osserva la materia da angolazione diversa (lo scambio di particelle fra l’astratto e il concreto in Dreaming), larsen in vibra discreta che invitano e non aggrediscono (Rhyming), captazione di rimuginamenti in fase, rapid eye movement da piezoelettrico celeste (Breathing), un’ultima uscita ben oltre il confine percettivo abitualmente rispettato (Babbling).
Un fuoco continuo che scalda ma non brucia.
Essere, sentire, fluire.
Voto: 8,5
Marco Carcasi