(Fundacja Sluchaj 2020)
Registrato a Brooklyn, l’incontro tra il sassofonista Ivo Perelman e il virtuosistico trio d’archi Arcado – Mark Feldman (violino), William H Roberts (violoncello), Mark Dresser (contrabbasso) – è all’insegna dell’interplay nell’improvvisazione libera. Un’interplay che si alimenta di risonanze e le riproduce. Affiatati come sono gli strumenti a corda non devono neanche più cercarsi per trovarsi; mentre il sax di Perelman diventa violoncello e violino; oppure pur restando sax, attira a sé il suono degli archi; e a volte si fa voce. D’altronde questi ultimi alterano anch’essi i propri effetti timbrici: nella seconda delle quattro tracce gli accordi ripetuti sembrano a tratti riprodurre il sound atmosferico di un pianoforte. I suoni si amalgamano, si combinano, si richiamano, generando tessuti musicali su cui s’intarsiano preziosi ricami. Vivace, dinamico astrattismo espressivo, con sprazzi di lirismo melodico e in certe situazione (la terza traccia ad esempio) una solida propulsione ritmica: questa la cifra estetica in cui possiamo sintetizzare un album tra i più riusciti dell’anno (almeno tra quelli che ho avuto la fortuna di ascoltare).
Voto: 9
Alessandro Bertinetto
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