(À tant réver du roi/Medication time 2020)
Questo nuovo lavoro degli Ingrina è composto per metà da brani vecchi e per metà da brani nuovi.
I tre brani vecchi: Casual, Stolidity, Frozen sono stati rielaborati per l’occasione. La prima, divenuta in parte più inquieta, ha assunto le sembianze dei ausi metal ballad, la seconda, pur conservando l’aspetto dell’evoluzione del brano, con l’aggiunta dei cori ha incrementato la parte evocativa, mentre il terzo è divenuto più potente e mistico.
Per quanto riguarda gli altri tre brani, Jailers, nei suoi dieci minuti e mezzo, butta sin da subito l’ascoltatore in un cortice epic-doom travolgente e senza scampo, Walls conserva la parte tribale del gruppo e Now per quanto serrata, è in realtà molto tesa e tirata.
In questo secondo lavoro, registrato durante la prima ondata dell’epidemia, le tematiche non si discostano molto dal lavoro d’esordio, “Etter Lys”, in quanto si basa su un racconto metaforico delle prove geologiche e oceaniche che le forme di vita attraversano quando affrontano incubi di civiltà. “Siste Lys” raffigura la ricomparsa dei carcerieri, dei muri e dei corpi, dalle turbolente forme di vita paludose, disturbate dalle acque.
Un disco epico ed intenso che merita numerosi ascolti per cogliere tutte le intriganti sfaccettaure che lo caratterizzano.
Voto: 7
Vittorio Lannutti