(Naxos Records, 2020)
Con Aaron Jay Kernis ci troviamo di fronte ad uno dei compositori più importanti e più eseguiti degli ultimi decenni. Vincitore, tra i numerosi premi conseguiti, del premio Pulitzer per la musica nel 1998 con il suo splendido Quartetto d’archi n. 2 Musica Instrumentalis ispirato alle forme della danza del periodo barocco ed ai ritmi delle danze medievali oltre che ai quartetti di Beethoven (nell’ultimo tempo), nonché del recente Grammy Awards per la musica contemporanea, conquistato nel 2019 con il suo Concerto per Violino. L’ultimo CD Naxos dedicato alla sua musica è davvero notevole, a partire dall’eccezionale esecuzione della Nashville Symphony Orchestra diretta da Giancarlo Guerrero, che interpreta in modo pregevole le due spinose composizioni dell’autore americano.
Color Wheel del 2001 inizia in maniera roboante, con accordi potenti che sovrappongono consonanze e dissonanze e dai quali si sviluppa poi tutta la composizione. Lo stile è armonicamente contrastante e si svolge in un alternarsi di colori orchestrali e timbrici, sempre permeati da ritmiche sincopate piuttosto complesse. Symphony No. 4 è invece del 2018 ma condivide molto dell’estetica di scrittura con il brano precedente. Essa si sviluppa in tre movimenti permeati dalla complessità di una scrittura musicale che condensa cromatismi, dissonanze e consonanze spesso sovrapponendole in accordi aperti e compositi o diluendole in incisivi contrappunti. Anche in questo caso, nel secondo movimento, l’autore si ispira curiosamente, a melodie provenienti dal periodo barocco, precisamente da Händel, trasfigurandole in modo estremamente personale. Queste vengono variate, sviluppate e convertite all’idea di fondo pensiero compositivo di Kernis. Infine, il carattere percussivo e vigorosamente ritmico appare nella sua piena potenza nel terzo movimento che giunge ad un finale possente ed efficace, in cui accordi poderosi chiudono l’opera in maniera davvero spettacolare.
Voto: 8
Luciano Feliciani