(Silentes 2020)
Un sogno sognato, con tanto audio, quello che Deison ha fatto.
Lui e il venerato maestro experimental John Duncan, che per ore sbiellavano suono all’interno di una vecchia chiesa che ne trasfigurava le frequenze con la sua struttura.
“Chimeratorium” è quel che resta fra le dita di tangibile.
Un brano a testa ed una smazzata d’insieme, apre Deison, con Theta Waves in elegante ed immersiva fluttuazione astrale, Duncan, procede poi con le voci e percussioni inquiete di Everyone, per poi, insieme, strutturare un cupo movimento, fra materiali in rotolamento sommesso e folate d’immobilità squassante.
Nell’ultimo sogno che ricordo, a un certo punto tra il bordello generale Bruno Conti s’involava sulla fascia, pure quello non male.
Voto: 7,5
Marco Carcasi