(Da Vinci Classics 2020)
Per chi, come me, del compositore italiano Danilo Comitini (nato in Inghilterra nel 1986) aveva ascoltato alcuni recenti lavori scritti in un linguaggio marcatamente avanguardista e sperimentale, questo Cd licenziato dalla Da Vinci Classics ce ne restituisce un’immagine sorprendentemente inedita, per certi versi quasi opposta. Si tratta di tre composizioni per sassofono e pianoforte – magistralmente suonati rispettivamente da Michele Paolino e Roberta Pandolfi, affiancati in un solo caso (ovvero nella prima composizione) dalla viola di Aldo Maria Zangheri – che condividono l’impostazione strutturale, che risponde a una scansione in movimenti relativamente brevi, e soprattutto un linguaggio che con le asprezze – formali, armoniche, timbriche – proprie delle correnti post-avanguardistiche ha ben poco a che fare. Qui siamo infatti in un ambito spiccatamente tonale, che guarda al raffinato neoclassicismo di autori come Milhaud, all’espressionismo di uno Sculhoff, o (per rimanere nell’ambito della musica cameristica con sassofono) all’opera di alcuni autori contemporanei italiani i quali, pure, si sono brillantemente confrontati con questo organico (si ascolti, ad esempio, il bellissimo Cd ‘Down The Road‘, sempre uscito per la Da Vinci Classics, da poco recensito sempre su questo sito). Melodie di limpida nitidezza, ora sofferte ora gioiose, pervadono i singoli movimenti, donando loro una chiara identità e dando voce a una urgenza espressiva che si manifesta anche sotto forma di ritmi pungenti, incalzanti, che si alternano a fasi di maggiore stasi e introspezione. Non mancano, anche qui, soluzioni coloristiche originali, ma sempre all’interno di un disegno formale preciso e intellegibile, posto al servizio di una vena narrativa tesa a esprimere le passioni umane nella loro diversità e nelle loro possibili, infinte concatenazioni.
Voto: 7,5
Filippo Focosi