(AUT Records & Fonterossa Records 2020)
Dall’inizio alla fine il gruppo è preso da un groove intenso che trasmette all’ascoltatore. Questo accade sia nei momenti fortemente ritmici dei riff orchestrati, in cui domina la solidità spedita dei fiati sorretta dall’ottimo impianto ritmico, sia nei momenti di libertà ed estroversione. E anche i suoni sono molto efficaci. Ma prende e contagia con vero rapimento l’ascoltatore anche nelle note ripetute come un mantra di Scintilla. vero e proprio inno: un’epopea in cui il canto orgoglioso e consapevole degli strumenti è sfidato dall’incedere di stridii, rumori, presenze materiche che cercano progressivamente di riassorbire l’atmosfera espressiva incantevole e solenne delle note: senza riuscirci. L’effetto è un altro, un bruciare carico di energia in cui la batteria porta al parossismo il carattere sublime del brano. Ma tutti i sette brani funzionano alla grande, hanno un grande impatto affettivo, animati come sono da una costante pulsazione articolata con grande creatività e intelligenza. Moondays, Magenta, Lelli, Zadina, quelli forse più incalzanti, i miei preferiti. Ma non sono da meno Mokusha e Anteo, in cui hanno ampio spazio le situazioni di libertà, essendo tuttavia ugualmente molto ben articolati, con parti obbligate che emergono dal caos riprendendo il feeling pulsionale che caratterizza la narrazione generale dell’album: un grande album.
Dimenticavo: Edoardo Marraffa ai sax sopranino e tenore, Filippo Orfice suona il sax tenore, Luca Bernard suona il contrabbasso, Andrea Grillini è impegnato alla batteria e Nicola Guazzaloca suona il piano, ha scritto le composizioni e ha anche prodotto il disco. Avendolo conosciuto di persona qualche anno fa a Berlino, lo saluto e gli faccio i complimenti.
Voto: 9
Alessandro Bertinetto