(Snowdonia 2020)
Densissima produzione che ha coinvolto complessivamente venti musicisti, tra i quali un palco reale batteristico che neppure gli Art Ensemble of Chicago ‒ per inciso, c’è anche la contrabbassista Silvia Bolognesi, che con gli Art ci suona davvero ‒ “La chiamata” dei Deadburger Factory (evoluzione aperta e libera del trentaduentennale nucleo italorock Deadburger, qui rappresentato dal tastierista, arrangiatore e paroliere Vittorio Nistri, dal cantante Simone Tilli, dal chitarrista Alessandro Casini, dal bassista Carlo Sciannameo) macina lo spirito vivente di Franco Micalizzi (e non manca Enrico Gabrielli) in un “free rock” (cfr. La chiamata) che diventa naturalmente “free” (Tryptich).
Ma che vuoi dire a un progetto il cui ritmo è tenuto, alternativamente o in compresenza, da Zeno De Rossi, Cristiano Calcagnile, Bruno Dorella, Simone Vassallo, Marco Zaninello, Silvio Brambilla, Lorenzo Moretto, Pino Giuli? Solo Tamburo sei pazzo. Peraltro, l’originale matrice “indie” italica fa da collante al tutto (Manifesto Cannibale pare Manuel Agnelli posseduto dal Pelù dei tempi belli e accompagnato dai Goblin) ed evita ogni svenevolezza hipsteristica (Blu quasi trasparente è trascinante “singalong” anche nel virtuosismo strumentale).
Eccellente, sotto ogni punto di ascolto/vista (ma che vuoi dire, edita Snowdonia).
Voto: 8,5
Marco Fiori
Snowdonia Records Bandcamp Page