(Stradivarius 2020)
Devo confessare che progetti di questo tipo di solito non mi entusiasmano. Ascoltare una voce che recita accompagnata da qualche strumento, ma senza il contributo della scena, non mi soddisfa. Di solito è così. Questa volta, invece, la recitazione materica, politica, aspra, sanguigna di Ermanna Montanari, su testo di Luigi Ceccarelli, mi ha davvero appassionato. La voce è la principale protagonista di un graffiante percorso musicale-narrativo, fortemente intenso ed espressivo e dinamicamente ritmato. Modulando timbri e gestualità mimetiche sonore davvero molto varie in sintonia con musicisti (Simone Marzocchi alla tromba, Madani Darioush (setar), Giulio Cintoni alle percussioni e Gianni Trovalusci al flauto) Ermanna Montanari riporta il Padre Dante in mezzo a noi. Nei sette quadri che compongono le tracce del disco, e del lavoro teatrale da cui è tratto, le invettive all’Italia suonano contemporanee e attualissime. Un’opera poetica, teatrale e musicale potente il cui ascolto stimolerà, appena si potrà, ad andare a teatro, nell’anno dedicato al settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta.
Voto: 9
Alessandro Bertinetto