(Diplodisc 2021)
Mette ordine nelle stanze Alessandro Monti, guarda nel fondo dei cassetti e fra i nippoli di polvere, scova undici frammenti sparsi nell’arco di un percorso artistico ultra trentennale.
Sul serio defilato, fuori da cori, canoni e tempo.
Sempre e poi sempre, sollevato e trasportato da una brezza sussurrante fatta di folk albionico, minimalismo storico, strumenti e ascolti dal mondo, visione ambient e qualche nube Factory ad increspar l’orizzonte.
Su quattro tracce o ripreso in studio, quasi sempre in bella compagnia (fra i tanti, Bebo Baldan, Riccardo De Zorzi, i Madriema e Kevin Hewick) fra Italia e Inghilterra.
Che apparecchia un’apertura datata 1977 (The Zanza Suite), intrisa di cosmici settaggi e conclude omaggiando “Church Of Antrax” di Cale / Riley nel 2017.
Che ti porta a spasso fra le sabbie del mondo (Lost Afternoon Session) senza mai metterti fretta, e non aver paura del tuono, è solo pioggia in arrivo (Metal Mandolin Music).
Di parecchio consigliato.
Voto: 8
Marco Carcasi