(Laverna 2020)
Le case infestate dalle nostre anime disagiate, perplesse e inquiete sono gli spazi dipinti dalle sette tracce di questo album di Alessandro Barbanera. Un album faidate, di artigianale fattura, in cui sono percorse le atmosfere che abbiamo incontrato e generato nel primo lockdown dell’annus horribilis appena trascorso, sperando di non portarcele dietro in questo nuovo 2021 (mah). Barbanera ha messo insieme l’album proprio tra marzo e luglio 2020, adoperando chitarre, microfoni a contatto, un vecchio registratore, oggetti, registrazioni dalla natura circostante e dalla radio. La prima traccia, Sleepless culla incessante l’insonne grazie alla ripetuta alternanza tra gli intervalli LA/DO LA/FA suonati da un violoncello (almeno quello sembra esser il registro timbrico), introducendoci in un ascolto introspettivo: brani come In Absence, The death of Joe Christmas (ispirato a Faulkner), Torture Room e Haunted Houses ci conducono in un viaggio dove l’angoscia ci avvolge eppure si esprime e quindi si può redimere. Il che viene poi dichiarato nella tracce finali, Pure ed Endless, dove il clima – senza bruschi sbalzi di umore – volge (titubante, senza illusioni) al sereno (variabile). Un lavoro sincero, onesto e riuscito, che mixando con cura droni sonori e rumori ambientali, intuisce bene il vissuto traducendolo in suono.
Voto: 8,5
Alessandro Bertinetto