(Stradivarius 2020)
Le dodici tracce che compongono Anser vedono il violino di Virginia Sutera dialogare con il pianoforte di Alberto Braida, ora a partire da tracce tematiche ben definite, ora abbandonandosi alla libera improvvisazione. Una commistione di linguaggi che in realtà informa ciascun brano, giacché tanto nelle varie ‘Impro’ quanto nei brani scritti, ha luogo un gioco di invenzione, rielaborazione di temi, strutture ritmiche, modulazioni armoniche di grande inventiva ma insieme di notevole coerenza, che non permette mai a nessuna delle due componenti – quella improvvisativa e quella compositiva – di prendere il sopravvento l’una sull’altra. Il tutto all’insegna di un dialogo intenso, in cui i due musicisti si scambiano di frequente il ruolo di solista e accompagnatore, rivelando un’intesa magica, e una moltitudine di esperienze musicali che si manifesta in forme di volta in volta diverse. Volendo ravvisare dei precedenti a un siffatto progetto, mi vengono in mente le registrazioni del duo (anch’esso violino e pianoforte) formato da Francois Couturier e Dominique Pifarely, laddove in talune tracce i disegni melodici e ritmici nitidi, talvolta spigolosi, fanno pensare anche alla musica da camera di Dimitri Shostakovich. Ma si tratta di suggestioni che nulla tolgono, ma tutt’al più si aggiungono, all’originalità del progetto, capace di regalarci un ascolto stimolante e ricco di sorprese.
Voto: 7
Filippo Focosi