(Village Green Recordings 2020)
La copertina in stile kraftwerkiano, con un sottile risvolto psicologico, è in qualche modo indicativa della poetica che orienta il lavoro della compositrice e pianista Angèle David-Guillou, che con questo lavoro, che consta di sei tracce dalla lunghezza media compresa tra i 4 e 6 minuti, raggiunge una sorta di maturità artistica. Evidenti sono gli influssi dei minimalisti: Philip Glass, certo, con i suoi fraseggi circolari e ripetuti, ma ancor di più gli europei Michael Nyman e Wim Mertens, con le loro progressioni ritmiche incalzanti e un po’ ansiogene. La David-Gillou possiede tuttavia una sua peculiare cifra stilistica, che si manifesta ad esempio in una vena melodica tendente al malinconico, come pure nella capacità di infondere lirismo anche ai passaggi maggiormente ricchi di tensione e di ‘ammorbidire’ così le precise e geometriche impalcature strutturali, costruite intorno a polifonie dal sapore vagamente neobarocco. Singolari sono anche le soluzioni timbriche, anch’esse risonanti con gli autori citati, specie nell’utilizzo, insieme agli archi, di un ottetto di sassofoni e di strumenti a fiato prevalentemente nel registro basso. In talune tracce – come la seconda, dove spicca l’intervento del theremin – si raggiungono effetti particolarmente evocativi, ora epici e maestosi, ora più raccolti e introspettivi.
Voto: 7
Filippo Focosi
Angèle David-Guillou Bandcamp Page