(Discus 2020)
Emergendo dal magma di uno stridore faticoso e incoativo (Obsidian (Overture)) la musica dell’orchestra capitanata dal fondatore e factotum della Discus Martin Archer propone una suite progressive complessa, basata su una pulsazione rilassata, estesa, articolata che si ispessisce per strati cumulativi, aprendosi a tratti in distese melodiche e offrendo diversi episodi dal sapore psichedelico. Come nel secondo brano, Changeling, segnato dall’entrata in scena della voce di Jan Todd che imprime un tono epico allo sviluppo musicale. Etereo, spettrale, inquietante è poi Pillared Space, che propone atmosfere tribal-techno-siderali fino all’emergere di una melodica dolce canzone, su una base di chitarra ed effetti, poi sovrastata dal ritorno di suoni ruvidi e aspri. L’album si chiude con il ritmo incalzante di Zyxomma: in una congerie di impulsi sonori risalta ancora una volta il mantra sonoro disegnato da Jan Todd.
Il progetto, in perfetto “stile Archer”, ha diversi aspetti interessanti, ma alla lunga questo progressive acido risulta talvolta un po’ stucchevole, un po’ troppo caricato e un po’ troppo compiaciuto.
Voto: 7
Alessandro Bertinetto