(Headlights 2020)
Spettrali linee blues tirate allo sfinimento sul bordo del silenzio ed il consueto, affascinante, gioco di rifrazioni in dissolvenza.
Roba, che se ne trova a pacchi fatta male da un bel tot di tempo.
Il portoghese Manuel Mota, ci sguazza da una vita nella pozza, e il suo “LPC” riesce a piazzarsi nella parte giusta del sentiero.
Dodici brevi svolazzi, di malinconica riuscita, consigliati a chi ama il Mazzacane Connors più introverso.
Stanze vuote, un refolo di vento a smuover polveri, tepori che non scaldan le ossa più di tanto, il freddo appena oltre la soglia.
Funziona il suo e non s’appesta di sbreghi sperimentali.
Lascia una scia, mentre il sole splende, ma ancora non si accende a strapparci via i cappotti.
Voto: 6,5
Marco Carcasi