(Discus 2020)
Dagli archivi della BBC la Discus Music trae questa registrazione del compianto pianista e compositore Keith Tippett (scomparso quasi un anno fa). L’opera, per grande coro, ottetto di sassofono e voce di improvvisazione solista, ha avuto sinora soltanto questa esecuzione per il Norwich and Norfolk Festival del 2004 ed è di grande interesse. Unisce la tradizione della cantata inglese ad elementi di improvvisazione, lasciati ai sax e alla voce potente ed espressiva della soprano Julie Tippett. Due sono i momenti che hanno particolarmente attirato la mia curiosità di ascoltatore. Il primo è l’assolo della voce poco dopo la metà della quarta traccia. Per qualche ragione mi ricorda l’assolo celeberrimo della corista Clare Torry in The Great Gig in the Sky di ‘The Dark Side of The Moon’ dei Pink Floyd. È probabilmente meno coinvolgente, sicuramente meno irruente, ma (senza nulla togliere al primo, che resta una gemma) forse, nella sua misurata brevità, più toccante ed espressivo: la successiva ripresa austera del coro ne segnalano l’incisività. Il secondo momento è l’affascinante interazione tra il coro angelico e la libertà dell’improvvisazione dei sax (graffiante quella del sax soprano) dopo la metà della traccia n. 6. E già che ci sono aggiungo ancora un terzo momento (l’eco parkeriana del solo del sax contralto nella quinta traccia) e la segnalazione per il coro, del cui canto Tippett ha scritto anche le parole. Ma l’opera non può essere ridotta a questi aspetti specifici e a questi momenti iconici: è nell’insieme davvero assai particolare e merita, quindi, una menzione altrettanto particolare. Anche perché, last but not least, ci fa ricordare, con l’ascolto, un grande musicista.
Voto: 9
Alessandro Bertinetto