(Opal Tapes 2020)
Due lunghi movimenti acustico/digitali, dove nel primo si respirano e compongono aromi e raschiamenti di matrice etno-kraut, in disfacimento (drone) noise (ci trovate il cordame del cinese Guqin e l’indiano Dilruba, soffi di canne, svolazzi percussivi e cortocircuitazioni di elettronica in sgrano, fra buio astrale e bituminose bolle), per poi nella seconda parte, andar di pratica istantanea a percorrer territori più estatici e tenerelli (per chi mastica pietruzze) tra distorsioni e pow-pow tribale in avvito/combustione finale, che chi ancor stringe al petto stretto “Dark Noontide”, potrebbe apprezzar di non poco.
Tra l’Italia di Novellino e la Nuova Zelanda di Campbell Kneale (Birchville Cat Motel tra fine novanta e nuovo millennio ha rintronato più di uno) e tanti preziosi contributi strumentali: Enrico Falbo / Gianmaria Aprile / Angelo Bignamini / Flavio Scutti / Luca Brembilla / Francesco Gregoretti.
Una bella sfiamma che illumina il cielo con annessa scia detritica.
Voto: 8
Marco Carcasi