(Slam 2021)
Un coinvolgente live registrato a Praga nel 2010.
L’inglese George Haslam col suo baritono e tarogato, ad imbastir un brillante dialogo impro, con il violino e la kalimba di Stefano Pastor (diversi cd sulla label Slam del britannico sassofonista, più svariate date insieme fra Italia, Cecoslovacchia ed Inghilterra), il basso e contrabbasso di Jozef Láska del Freetime Quartet (con Haslam in formazione, vedi l’ultimo intrigante “Lamps. Clocks and Towers”), il synth e la melodica di Jan Faix e la batteria di Jan Šikl.
Cinque composizioni istantanee mediamente lunghe (la più breve di quasi dieci minuti), fatte di ampi spazi e divagazioni non oppressive (di particolar pregio l’azione di Pastor e l’elettronica fra acidi settanta e movimentazioni sul fondo di Faix), con la base ritmica che ricama, tra scomposizione e tradizione.
Su tutto la spirituale espansione noir di Loveland.
Voto: 7
Marco Carcasi