(Samo Records 2020)
Prodotto durante l’estate post (primo) Lockdown, questo album ideato e realizzato dal prolifico e inventivo chitarrista Samo Salamon tocca corde significative. Quelle delle sue chitarre e del suo mandolino anzitutto, e quelle degli undici chitarristi, provenienti da diversi paesi europei, che – attraverso la distanza imposte dal covid – si succedono musicalmente al suo fianco in ognuna delle bellissime undici tracce dell’album. Ma tocca anche le corde di atmosfere sonore intense e avvincenti: di volta in volta un lirismo delicato e convincente, un ritmo sincopato incalzante, un richiamo al flamenco, un’immersione nel jazz monkiano, una ballata nostalgica, un riff elettrizzante, un accenno di tradizione balcanica, un pizzico di minimalismo, e così via. Questi duetti sono canzoni espressive che testimoniano la bellezza dell’incontro nell’arte, nell’incontro come arte. Senza menzionare qualche brano in particolare, basti sapere che nel suo insieme questa è un’opera di gran fattura, tra le migliori ascoltate quest’anno: qui l’improvvisazione si combina serenamente con la composizione, e a essere privilegiati sono sempre la limpidezza melodica, il giro armonico solido e chiaro e l’espressione sincera, senza scadere mai nell’autocompiacimento. Attendiamo ora con trepidazione il Vol. 2.
Voto: 9
Alessandro Bertinetto