Ho conosciuto il network Nuova Musica l’anno scorso, adocchiato durante il consueto scorrimento dei post sul social Facebook. L’ho considerato un interessante esperimento in ambito artistico, nato dalla forzata inattività musicale, dovuta alla pandemia di COVID-19, che attraversava tutta la penisola. Dopo qualche tempo mi sono, come dire, venute spontanee le mie Quattro Chiacchiere Digitali da inviare per saperne di più. Detto fatto, i rappresentanti di Nuova Musica mi hanno risposto con piacere. A voi come al solito la lettura:
Come è nato il network?
Il network è nato in maniera spontanea nel primo periodo della pandemia di COVID-19.
Nella cornice del primo lockdown abbiamo iniziato ad organizzare alcuni incontri telematici tra figure operanti nell’ambito delle espressioni musicali e artistiche legate ai linguaggi della contemporaneità. Lo scopo iniziale di queste assemblee telematiche era quello di iniziare a discutere ed organizzarsi per cercare soluzioni ad alcune problematiche emerse come conseguenze della pandemia stessa e della relativa gestione. Molte delle questioni affrontate nel corso delle assemblee dovevano, devono e dovranno essere discusse al di là della attuale crisi sanitaria, che ha certamente aggravato una situazione precaria pregressa. La principale fonte di guadagno per chi opera nel nostro settore è costituita dal pagamento di performance dal vivo. La cancellazione di concerti ed eventi di musica dal vivo ha impattato fortemente le economie di chi opera nel settore della “nuova musica” e generalmente gli ammortizzatori sociali messi a disposizione non sono risultati efficaci. Attraverso queste assemblee è emerso infatti un panorama frammentato, in cui varie figure cercano di destreggiarsi tra burocrazia, sostenibilità economica e volontà di portare avanti la propria attività artistica. Questi compromessi spesso risultano in un mancato riconoscimento a livello burocratico di una moltitudine di professionalità, che tuttavia lavorano con una certa assiduità. Ci è sembrato infatti importante iniziare a contestualizzare e a dare valore alla valenza sociale dell’attività artistica. A tal proposito abbiamo anche avviato un dibattito mirato ad analizzare numerose falle all’interno del nostro settore, che risulta ancora diffusamente elitista ed esclusivista.
A chi si rivolge, o meglio cosa il network considera Nuova Musica?
Come scritto anche nel nostro manifesto (qui reperibile http://nuovamusica.xyz/manifesto/): per “nuova musica” intendiamo quell’insieme di espressioni musicali e artistiche legate ai linguaggi del contemporaneo e spesso caratterizzate da forte interdisciplinarietà: musica elettronica ed elettroacustica, musica strumentale e vocale contemporanea, djing, sound art, sound design, arti performative e produzioni multimediali legate al mondo dell’audiovisivo e delle installazioni”. Ci rivolgiamo pertanto a chiunque operi in questo settore. Inoltre Nuova Musica ha “una vocazione collettiva, non autoriale ed ispirata da principi di inclusività, con particolare attenzione alle soggettività marginalizzate. Di conseguenza è una collettività antisessista, antirazzista e antifascista e non tollera al suo interno discriminazioni legate alla classe sociale, all’orientamento sessuale, religioso, alla disabilità, alla nazionalità e all’età.
Come è nata l’idea del questionario?
L’idea del questionario (consultabile e scaricabile qui) è nata l’anno scorso dalla frustrazione di non aver dati concreti riguardo alla sfera economica della nostra categoria, dati che parlassero chiaro riguardo alle nostre difficoltà, ai nostri investimenti e ai nostri (spesso miseri) guadagni. Parlare di soldi è inoltre spesso un “tabù” persino tra colleghi (cosa tipica nel mondo dell’arte e che meriterebbe tutta una discussione a sé) e per farsi un’idea precisa sulle cifre un questionario anonimo sembrava davvero essere l’unico strumento a nostra disposizione.
La nostra categoria è poi spesso composta da professionisti che svolgono molteplici lavori, in ambiti prettamente musicali ma non solo; volevamo poter descrivere meglio la natura “ibrida” del musicista di Nuova Musica anche attraverso dati.
Quali spunti da una prima analisi sono venuti fuori?
Il questionario ha rafforzato e aperto davvero molti spunti di riflessione, tanto che abbiamo dovuto scegliere di raggruppare i potenziali punti di discussione in 4 aree di possibile intervento: quella dei pubblici, dell’economia, della rappresentazione delle elisioni sociali, della burocrazia. Lavoro sommerso e “obbligo” di seconda occupazione a sostegno dell’attività artistica sono, ad esempio, il sintomo di una non adeguata valutazione socio-culturale della nostra professione e, conseguentemente, dell’esiguo valore economico attribuito alle attività svolte. Esiste poi un significativo divario di genere tra i professionisti della Nuova Musica: sono infatti poche le donne e le soggettività non-binarie occupate nel nostro settore. Le motivazioni di questa disparità potrebbero sicuramente essere ricercate anche nella completa assenza di una formazione capace di offrire riferimenti storici e modelli di ispirazione diversi da quelli maschili solitamente proposti. La stessa problematica si riscontra intorno alle questioni di nazionalità ed etnia, come rilevato dagli studi effettuati in merito da Curating Diversity.
A complicare il quadro generale della situazione c’è anche la burocrazia, la difficoltà di accesso alle esigue risorse e una forte diffusione di quello che abbiamo chiamato “analfabetismo burocratico”. Emerge inoltre che i musicisti di Nuova Musica sono spesso altamente qualificati (laureati o plurilaureati) ma a questa specializzazione non corrispondono adeguati guadagni.
Ci sono molte attività che vengono svolte spesso (come l’organizzazione di eventi) ma a cui non corrisponde un adeguato compenso: se ne deduce che i musicisti di Nuova Musica sono anche operatori culturali volontari, ossia svolgono il doppio ruolo di creatori e promotori di cultura. Gli ambiti di riflessione aprono scenari via via più complessi…
Pensate di riproporre in futuro il questionario? Anche nell’idea di renderlo uno strumento di approfondimento, “catalogazione”, aggiornamento periodico?
L’idea di trasformare il questionario in uno strumento di monitoraggio della nostra professione è indubbiamente un ottimo spunto; un’operazione come questa però richiede sforzi davvero notevoli: la diffusione delle domande, la sistematizzazione, l’analisi dei dati e la creazione di report per rendere i risultati accessibili sono operazioni che richiedono molto tempo e forze volontarie. Al momento abbiamo deciso di fermarci qui, magari in futuro ci dedicheremo all’indagine di qualche altro aspetto specifico o di altre questioni inerenti al nostro micro settore.
Su quali social vi muovete per promuovere l’attività del network?
Usiamo la pagina Facebook e Instagram. Ci piacerebbe fossero strumenti di attualità e informazione, ma le risorse per una gestione di tipo redazionale sono limitate, per cui attualmente ci limitiamo a divulgare le nostre attività: conferenze, manifestazioni, laboratori, la diffusione del questionario, le assemblee.
Non strettamente social, ma piattaforme come Zoom e Jitsi sono sono state strumenti primari: tramite queste abbiamo fatto le prime assemblee, a cui hanno partecipato centinaia di persone da tutta Italia, offrendoci la possibilità di raggiungere subito tante realtà e punti di vista–complice anche la condizione di lockdown e l’emergere delle problematiche di cui sopra.
Se volete ricevere aggiornamenti sulle prossime assemblee e quello che facciamo potete: seguirci su instagram@nuovamusica___ e su facebook/nuovamusicaitalia, iscrivervi alla nostra newsletter tramite il sito e naturalmente contattarci tramite tutti questi mezzi.
Quali azioni pensate di portare avanti in futuro?
Stiamo organizzando una serie di “Laboratori Aperti” per discutere i temi emersi dal questionario con quanti appartengono alla nostra realtà; si tratta di occasioni di confronto in cui sarà fondamentale la partecipazione attiva delle persone e la condivisione di esperienze sia in forma di buone pratiche che di problematiche future o presenti. I primi due Laboratori Aperti sono dedicati alla fruizione dei concerti proposti nel nostro ambito; ci proponiamo di affrontare alcune domande – possono essere lette a questo link – insieme ad operatori culturali, organizzatori, musicisti e pubblici. Il primo laboratorio, intitolato ‘I pubblici della Nuova Musica’, sarà il 5 maggio dalle 18 alle 20 (qui la pagina facebook dell’evento) e sarà dedicato ai temi di comunità e community, e dunque alle pratiche per il coinvolgimento dei pubblici virtuali; il secondo, che affronterà temi di Audience Development più legati alla concezione “tradizionale” dello spettacolo dal vivo è proposto per l’11 maggio, sempre in forma virtuale dalle 18 alle 20. Invitiamo quanti sono interessati a partecipare a seguire la pagina facebook di Nuova Musica per maggiori informazioni.
Link: Nuova Musica Network Home Page