(À tant Rêver du Roi 2021)
Dopo essersi riformati i Kong, nel 2009 hanno pubblicato questo straordinario disco.
Si tratta di dieci brani rocamboleschi in cui punk, noise, industrial e post grunge sono miscelati in maniera estremamente efficace. Pensate agli Shellac che sul palco litigano a suon di staffilate noise, con basso pulsante e batteria che martella con i primi Nirvana e Mudhoney e forse vi sarete fatti un’idea.
Il disco parte con il noise/math della squadrata e quasi post-punk Leather penny, con la quale il trio anticipa la grande opera dei Pissed Jeans. Se Blood of a dove è tirata e circolare e apparentemente precisa e regolare, con Nih il trio esprime tutto il malessere interiore in maniera aggressiva ed estrema arrivando dove neanche i Nirvana di “Bleach” sono arrivati, dati i singulti epilettici che caratterizzano questo brano che spacca come pochi.
Con 4 Gwant il trio vira verso il techno-noise con tempi dispari e sincopati che evolvono verso il noise. Notevoli risultano i martellamenti e i cambi di registro stilistico di Sport, con tanto di isterie e insistenze ed è intrigante la capacità dei Kong di far esplodere e poi scarnificare un brano come Wet your knives.
Il brano più riuscito è sicuramente A hint of rennit perché in questo brano i Kong ergono il brano in spirale, per poi percuoterlo, intensificarlo ed infine farlo esplodere in modo eclatante. La conclusione è affidata agli oltre otto minuti di Long con accelerazioni e rallentamenti in salsa noise/math.
Un disco essenziale per chi è cresciuto soprattutto negli anni ‘90 a pane e noise rock, per cui vi suggerisco di affrettarvi ad acquistare questo prezioso lavoro che è stato stampato in pochissime copie in vinile.
Voto: 9
Vittorio Lannutti