(Neue Meister, 2020)
“La natura è un’espressione di modelli; alberi, acqua, tempo atmosferico. Questo mix di un tutto, che ribolle, è molto vitale. La musica improvvisata ha lo stesso potere.[…] La cosa magica non è la musica, e non l’artista. È quando l’essere diventa presente, quando quell’esperienza ha luogo nella tua coscienza. Questa è la magia; sei tanto tu quanto qualcosa fuori di te. È quella connessione d’insieme che scatta all’improvviso”. Sono le parole del compositore svedese Sebastian Mullaert circa il suo ultimo album ‘Natthall’, un’esplorazione profonda della natura e dell’essere umano. Questa ripetizione di modelli, che siano ritmici o armonici, di frammenti che si sovrappongono in una continua unità, sono la prerogativa del suo stile musicale. Suoni elettronici ricercati che si fondono sapientemente a quelli degli strumenti reali, suonati dai membri della Tonhalle Orchester di Zurigo. Natthall è un luogo dallo splendido paesaggio naturale, incontaminato, che si trova sulla punta della penisola svedese. Ed è proprio la bellezza, la calma, lo splendore della natura ad evocare questi suoni ‘quasi mistici’, queste atmosfere contemplative, fatte di ampi tappeti sonori, di frammenti melodici che si ripetono e si inseguono tra loro, in un percorso quasi ipnotico e spirituale. Una musica davvero suggestiva, coinvolgente, ascetica, trascendente, una descrizione metafisica della natura che ci avvolge e ci conforta con il suo continuo mutare e la sua intrinseca amenità.
Voto: 8
Luciano Feliciani
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