(Canti Magnetici 2021)
C’è chi dice che la musica cristallizza, o riflette, lo spirito del tempo. C’è anche chi dice che la musica aiuti a comprendere e a superare, dialetticamente, le contraddizioni del proprio tempo. Non c’è bisogno, per costoro, che la musica sia civilmente o politicamente schierata: la composizione è riflessione in sé, in quanto scelta non casuale di suoni, e in una certa qual misura, quella dell’estetica musicale .
Il lavoro di Gaspare Sammartano è assieme comprensione e impegno, documento e giudizio. È tutto ciò in una dimensione estremamente ontica e locale: Taranto e il suo waterfront vengono ripresi a livello sonoro, per raccontarci l’arenarsi di un progetto architettonico, faraonico, che ha fatto naufragare con sé la città. La musica concreta, nastri, cassette, suoni dalla strada e dal mare, restituiscono la dimensione slabbrata e interrotta di questa lingua di mare, l’impossibilità di una certa classe dirigente di immaginare un futuro per la propria comunità – o forse l’interesse a non farlo -, i problemi di una terra.
Questi frammenti, composti assieme, animano il cd di Sammartano. L’opera di sintesi funziona, spesso, ma in alcuni momenti sembra cedere il passo al vuoto. Come il mare che si infrange e si ritira.
Voto: 7