(Novoton 2021)
Attivo da metà anni ottanta nella scena svedese elettronica e sperimentale, con sigle come Omala, Obconic e He Said Omala (con Graham Lewis di Wire e Mattias Tegnér), Andreas Karperyd, produce splendida ambient screziata di glitch e acusticherie sul filo del jazz.
Una buona parte di questo “GND”, come il suo primo album solo “Woodwork”, è stata registrata dal vivo e poi trattata/integrata con interventi di studio.
Son nubi che passan alte (The Well-Defined Rules Of Uncertainty), a volte placide (The Desire To Invoke Balance With Our Eyes Closed), a volte in preannuncio di tumulto (Reminiscence Of Tar), sfilacciate, opalescenti e segnate da crepuscolari interventi di piano (l’emozionale reiterazione sospesa di Experience Of Today Is The Prediction Of Tomorrow), qualche dolente corda in lamento (la toccante vena folk di Failures And Small Observations), tenui circoli ritmici che provan a scacciar il freddo dall’ossa (Common Ground), rapide discese (Music For Millionaires Without Conscience), apparentemente immobili, in attesa che il bianco avvolga tutto e residui di calore che non si arrendono al silenzio (l’intreccio tasti/corde di Mummification Of An Empire).
Di molto consigliato.
Voto: 8