(Falt 2021)
L’iperattività produttiva del percussionista Paolo Sanna è faccenda evidente e benedetta.
Un’innata e ben coltivata capacità d’ascolto profondo è faccenda altrettanto evidente nel suo operare.
Suoni dal mondo e osservazione/trattazione materica, il pane quotidiano della (scarna) dieta adottata.
Ora, questo nuovo nastro edito dalla francese Falt, nulla aggiunge di nuovo, eppure, eppure, sempre di stupore accende le nostre orecchie stanche.
Controllo, inventiva e azione istantanea.
Di terre lontane in risonanza, effluvi free, raschiamenti in punta d’unghia, spazio, silenzi e l’inatteso (ricercato e accolto).
Ogni volta, una piccola meraviglia in vitale, solitario subbuglio.
Ringrazi e ne vorresti di più.
Voto: 8