(Insub Records 2021)
Il disco è stato registrato nella foresta svizzera di St-Gingolph, con l’idea esplorare il nesso tra suono, natura e spazio. Sarà. Il risultato è che, in un intreccio di composizione (o forse meglio: pianificazione) e improvvisazione, le voci di Jason Kahn e Antoine Läng, voci materiali, gutturali e francamente ben poco aggraziate, straziano in modo molto sgradevole e a fatica sopportabile il nostro udito per un tempo decisamente troppo lungo. L’operazione potrebbe sembrare interessante, forse assistere alla performance immersi nel verde della foresta potrebbe esser stata un’esperienza di sublime e panica immersione nella natura. Forse sì (e forse no). Ma dato che la sperimentazione sonora si può fare sicuramente un po’meglio, il disco, a essere generosi, è un po’ superfluo.
Voto: 2