(Insub Records 2021)
Un disco strano (a quanto pare la stranezza è un marchio di fabbrica della Insub Records). Per un po’ colpisce la lentezza e la ripetitiva dei richiami tra i suoni semi-isolati dei diversi strumenti: i flauti medievali di Mara Winter, i flauti di Marina Tantanozi, la tromba di Tassos Tataroglou, la spinetta di Christoph Schiller e la chitarra acustica di Clara de Asìs. Ma un bel gioco dura poco e l’attenzione percettiva al particolare cui ci costringe l’architettura di toni e di sottili elementi ritmici suggerita dalla label nella presentazione dell’album si fa noiosa. E la noia è nemica della riuscita estetica.
Voto: 4