William Parker è un musicista che si è ritagliato uno spazio importante nella storia della musica Jazz e Contemporanea. Personalità carismatica, autore prolifico che ha al suo attivo circa 50 pubblicazioni come leader e svariate altre come collaboratore, con progetti che comprendono formazioni variabili fino ad un’intera orchestra. Dal 1980 al 1991 ha fatto parte come contrabbassista del Cecil Taylor Unit, e ha collaborato con svariati artisti della seconda ondata della scena free jazz come Davis S. Ware, Ivo Perelman, Matthew Shipp. Breve aneddoto personale: la mia folgorazione è avvenuta ascoltando e riascoltando il box di 10 cd ‘Migration of Silence Into and Out of The Tone World’ uscito ad inizio anno, ma entrato in mio possesso grazie al negozio di dischi dove mi servo abitualmente, verso maggio. Così, l’uscita della biografia di Cisco Bradley, in inglese, è stata una coincidenza necessaria di cui ho subito approfittato. Lo studioso, anche lui folgorato sulla Via di Damasco dalla musica del nostro, ha scritto una dettagliata biografia, che ripercorre la storia del compositore a partire addirittura dalle origini ancestrali nell’Africa Occidentale fino ad un primo approdo nella Carolina del Nord e poi all’arrivo a New York della famiglia Parker. Dalla nascita dell’artista nel 1952 in una casa popolare del Bronx, l’infanzia di privazioni e il razzismo con cui ha quotidianamente convissuto, la folgorazione immediata per la musica e il desidero di farla diventare parte integrante della sua vita, la dura gavetta nell’ambiente musicale, le tragedie familiari come la morte del padre per un infarto e la morte del fratello per sospetta overdose, e il suo ingresso nella scena musicale a partire dagli anni ‘70 nei quali il nostro si confronta con, tra gli altri, con Andrew Hill e il celebre bassista di John Coltrane, Wilburn Ware, fino alla decisiva svolta con l’ingresso nella formazione di Cecil Taylor, il Cecil Taylor Unit nel 1980. In questi undici anni, fino al 1991, Parker affina la sua filosofia di musica e di cultura dedicata alla promozione e diffusione della Black Culture, contro ogni razzismo, discriminazione e violenza, raffinando progressivamente la sua visione estetica.
Proseguendo nella lettura Bradley ci racconta anche della fortunata collaborazione di William Parker con la moglie Patricia Nichols, ballerina e coreografa, con cui organizza due importanti eventi a New York: il Sound Unity Festival e il Vision Festival, per promuovere la contaminazione tra danza e musica improvvisata. Come anche l’ottimo rapporto di Parker con l’Europa dove stabilisce interessanti collaborazioni con gli improvvisatori europei, e con l’Italia, dove negli anni 2000 viene a suonare spesso (Musica Jazz 2005 lo vota come artista dell’anno).
Bradley ci indica, nella sua riflessione, anche i riferimenti musicali del compositore: il musicista soul Curtis Mayfield, a cui Parkerdedicherà il fantastico progetto The Inside Songs of Curtis Mayfield (cercatevi l’album ‘I Plan To Stay A Believer: The Inside Songs Of Curtis Mayfield’ non ve ne pentirete) come anche il jazzista Duke Ellington a cui rende omaggio con il progetto Essence of Ellington.
Lo studioso considera inoltre due formazioni post Taylor come punti nodali della crescita artistica di William Parker: In Order To Survive con il sassofonista Rob Brown, il pianista Cooper-Moore, e la batterista Susie Ibarra, e la Little Huey Creative Music Orchestra, una big band “ellingtoniana” che porta Parker a definire il concetto di “Universal Tonality”, in estrema sintesi: “ogni grande musicista proveniente da qualsiasi parte del mondo si può incontrare, e senza nessuna preparazione, suonare e comunicare con chiunque altro in un condiviso linguaggio musicale, ad un profondo livello di comprensione reciproca”. La biografia racconta anche della fondamentale partnership di Parker con il batterista Hamid Drake e l’approdo alla label Aum Fidelity che cura le sue attuali produzioni.
A chiusura della recensione vi dico che questo libro racconta con passione e dedizione una storia di determinazione, amore sconfinato per la musica e per il suo potere di far cooperare insieme persone di ogni dove e credo, che si esplica attraverso le opere di un incredibile gigante del Jazz da ascoltare e riascoltare.
Link: Cisco Bradley, Universal Tonality: The Life and Music of William Parker, Durhan and London, Duke University Press, 2021