(Chaikin Records 2021)
(New Focus Recordings 2021)
(Infrequent Seams 2021)
Il duo di violinisti String Noise (formato dalla coppia Conrad Harris e Pauline Kim Harris) rivisita in chiave avant-punk lo stile classico. Recentemente ha dato vita, con altrettante labels, a tre interessanti album.
In ‘A Lunch Between Order and Chaos’ il duo si presenta come tale all’ascoltatore, cimentandosi con l’interpretazione di 6 composizioni di autori contemporanei – Tyondai Braxton, Greg Saunier, Philip Glass, Paul Reller, David Lang e Caleb Burhans. L’offerta musicale è quella di un suono crudo, ruvido, spigoloso. Il carattere straziante, lacerante e insistente del passare stridulo, aspro, leggermente fuori tono degli archi sulle corde sottolinea la discrepanza nell’unisono, la costruzione di textures generate dal tentativo, esibito come tale, di far coincidere tempo, intonazione e sentimento. L’ordine e il caos non si alternano, ma sono parti integranti di un unico costrutto, e questo anche grazie alle scritture minimaliste delle composizioni scelte, basate tutte sulla ripetizione ossessiva, spesso estenuante, di pattern.
‘Giga Concerto’ nasce dalla collaborazione del duo con il compositore Eric Lyon, il batterista Eric Sauier e l’International Contemporary Ensemble. Il disco propone 6 concerti di gighe alternati ad arrangiamenti di Lieder brahmsiani, le cui forme sonore sono quelle di un abile e virtuoso pastiche, formalmente e orchestralmente rigoglioso e timbricamente sontuoso, un po’ scanzonato e irriverente, un po’ folle, forse a tratti un po’ troppo esuberante, ammiccante e autoconsapevole. Può divertire l’attraversamento – irriverente e sarcastico – di generi diversi – dal barocco al flamenco; o meglio: dal quasi (o fake)-barocco al quasi (o fake-flamenco); la sua esibizione dichiarata può diventare un po’ stucchevole – nonostante la sicura padronanza dei materiali.
Diversamente, l’ultimo lavoro del duo qui considerato, ‘Alien Stories’, convince per la sua qualità più genuina e probabilmente più vicina alle corde dei due interpreti. Si tratta di cinque esecuzioni di altrettanti brani sperimentali, e politicamente impegnati, di compositori-performers afro-americani: Jessie Cox, Lester St. Louis, Anaïs Moviel, Charles Overton e Jonathan Finlayson. Una generale vena sinistra, di protesta, alimenta il dialogo tra i due violini che esibiscono uno sguardo sonoro critico sulla realtà. Di essa mostrano le grinze, gli scarti, le lacerazioni, il carattere incompiuto e al contempo oppressivo. Emerge così il lato più autenticamente e significativamente musicale dello string noise.
Voto: 7,5