Una nuova puntata dedicata alla scoperta e alla conoscenza di Centri di ricerca, Musei e Studi di registrazione dove si studia e si pratica musica elettronica in tutte le sue forme. Il mio viaggio è iniziato al Museo del Synt Marchigiano (qui trovate l’intervista). Da lì mi sono spostato virtualmente in Svizzera, a Friburgo, dove ho intervistato Vincent Borcard, direttore dello SMEM Swiss Museum for Electronic Music Instruments (la trovate qui). Grazie a lui sono venuto a conoscenza di uno studio in Australia, il MESS Melbourne Electronic Sound Studio. Il co-direttore e co-fondatore dello Studio è Byron Scullin. Con lui ho scambiato le mie consuete quattro chiacchiere digitali. Prima di invitarvi alla lettura, desidero ringraziare Moira Bernardoni per avermi aiutato nella traduzione dall’inglese all’italiano. A voi la lettura:
Qui trovate l’intervista in inglese
Quando e perché è nato il MESS (Melbourne Electronic Sound Studio)?
Il MESS è nato nel lontano 2015 ed ha aperto nel 2016. L’idea del MESS è venuta fuori da conversazioni su esperienze condivise che io e il mio co-direttore Robin Fox avevamo avuto per parecchi anni. Queste discussioni spesso riguardavano lo stato della cultura della musica elettronica, sia qui in Australia che a livello internazionale. Il risultato è stata l’identificazione di opportunità già esistenti in aree come l’accesso, l’educazione, la varietà delle proposte, il sostegno agli artisti e la rappresentazione. Il MESS è nato dal desiderio di creare uno spazio che potesse cogliere queste opportunità fornendo a tutte le persone interessate alla musica elettronica un luogo di ispirazione, scambio e accesso a origini condivise. Abbiamo un breve video sul MESS qui.
Qual’è stata l’ispirazione iniziale?
La nostra ispirazione a far partire il MESS ha molti aspetti e se dovessi iniziare a spiegarli tutti, staremmo qui per molto tempo! In breve, penso che volevamo creare uno spazio che mettesse insieme tutti gli aspetti della cultura del suono elettronico, ma in un modo che fosse vivo e accessibile a quante più persone possibili. Volevamo qualcosa che fosse sia un contrappunto che un complemento alle pratiche contemporanee. Attualmente si fa così tanta musica in maniera altamente autoriale. Questo per dire che una persona con un computer può creare e distribuire interi lavori sonori da solo. Questa è una cosa incredibile e potente ma allo stesso tempo viene a mancare qualcosa di essenziale riguardo il fare-musica, qualcosa che la storia ci racconta e cioe’ che la musica è stata in gran parte un’attività comunitaria e personale. Questa atomizzazione sta a significare che a molti artisti d’elettronicia manca l’opportunità di raccogliere i benefici dell’interazione umana e dell’esperienza condivisa. Il MESS punta a riunire gente attorno all’amore condiviso per il suono e la musica elettronici in tutte le sue forme. L’enorme collezione di strumenti e strumenti che abbiamo raccolto nel cuore del MESS è davvero solo un modo per riunire e fare comunità. Penso che in questo modo volevamo costruire a partire da quello che è iniziato con i workshop di musica elettronica negli anni ’60 e ’70. Posti come gli studi INA GRM a Parigi, gli studi WDR a Colonia, il BBC Radiophonic Workshop e lo Studio EMS a Londra. A differenza di questi studi, volevamo che il MESS fosse il più aperto possibile senza il controllo di un’istituzione. Penso che volevamo onorare lo spirito in qualche modo utopico che esiste nella cultura della musica elettronica. Uno spazio che invita tutte le persone a ritrovarsi, sperimentare e giocare con il suono. Uno spazio dove fare un “casino di rumore”! Quando si parla del MESS, spesso diciamo alla gente che quanto più grande e diversificata è la quantità di persone che abbiamo al MESS, tanto più ampia e diversificata sarà la quantità di musica e suoni che avremo da ascoltare.
Come è strutturato il MESS? Lo studio, la scuola?
Il MESS è suddiviso in quattro aree: Studio, Scuola, Show, e Schematic. Noi siamo fan dell’alliterazione al MESS! Lo Studio è focalizzato sulla nostra collezione di strumenti e sullo spazio fisico. È il centro del lavoro quotidiano in studio ed e’ vitale per tutte le nostre attività. Si lega a tutti gli altri aspetti della nostra struttura. La maniera principale per accedere al MESS è acquistare un abbonamento che dà accesso alla collezione e a tutte le nostre altre offerte. La Scuola è il nostro braccio educativo. Si tratta di insegnamento e apprendimento guidati da artisti; non è inerente alla qualificazione ma all’incremento dell’artigianato artistico e della capacità creativa. La nostra missione qui è creare classi modulari e convenienti che supportino e ispirino i creatori. Lo Show si occupa della promozione della produzione creativa del MESS. Questo viene fatto attraverso performance, show, eventi, pubblicazioni e così via. Il MESS ha un forte programma di commissione e residenza per artisti ed è legato ai risultati di Show. Infine, abbiamo Schematic. Questa è la parte più sfaccettata del MESS in quanto unisce la nostra officina interna di manutenzione e riparazione, nonché il nostro lavoro di archiviazione storica e relativa raccolta. In un prossimo futuro, questo diventerà anche il nostro laboratorio tecnico aperto al pubblico, focalizzato sull’ingegneria, il design e la costruzione di strumenti elettronici. Noi vogliamo che questo diventi uno spazio dove le persone possano fare qualsiasi cosa: riparare i propri strumenti, crearne di nuovi, accedere a un catalogo crescente di informazioni su qualsiasi aspetto storico della creazione del suono elettronico. È un programma ambizioso, ma pensiamo ce ne sia bisogno e sia necessario.
Dove si trova?
Il MESS attualmente occupa un spazio simile a un bunker in un complesso artistico chiamato Meat Market nel centro della città di Melbourne. Abbiamo pensato che lo spazio fosse perfetto in quanto catturava qualcosa del feeling di un laboratorio nascosto che parlava a quei laboratori degli anni ’60 e ’70. Il MESS è stato avviato con un budget ridotto e siamo fortunati ad avere un consiglio comunale che si concentra sulle arti. Il consiglio ha avviato Creative Spaces, un progetto per utilizzare spazi inutilizzati e per renderli accessibili agli artisti – anche economicamente. Lo spazio che occupiamo è uscito da questo programma e le dimensioni e l’accessibilità economica sono stati aspetti chiave nel rendere praticabile il MESS.
Che strumenti ci sono? Che collezioni?
La collezione MESS è ampia e copre l’intera storia del suono elettronico. In questa fase, la collezione copre molte migliaia di articoli che coprono l’intera storia della creazione del suono elettronico. Pensiamo che la nostra collezione sia la più grande dell’emisfero meridionale. Abbiamo accesso a molti più strumenti di quelli che il nostro studio può contenere, quindi meno di 1/3 della collezione è disponibile ai nostri visitatori in una sola volta. Abbiamo recentemente completato un progetto con Google Arts and Culture che documenta gli strumenti che avevamo in studio l’anno scorso. Il MESS non possiede tutti questi strumenti. Molti di essi vengono da collezionisti privati che vivono a Melbourne e che sono tutti grandi sostenitori del nostro progetto. Il MESS ha una politica di “conservazione attraverso l’uso” e questa politica è attraente per i collezionisti che ci supportano. L’idea è che tutti gli oggetti della nostra collezione siano strumenti viventi che vengono degradati dall’inutilizzo. Spesso facciamo un parallelo con le macchine d’epoca. Questi oggetti sono macchine progettate per essere fatte funzionare e per essere usate. È più facile eseguire la manutenzione continua piuttosto che intraprendere un restauro completo nel caso siano rimasti inattivi per troppo tempo. Il MESS è anche divenuto il destinatario di altri benefattori che ci hanno donato le loro collezioni.
Puoi darmi qualche esempio di modello interessante che avete nel MESS? Per quanto riguarda la storia, la tecnologia?
Penso che i pezzi più interessanti nella collezione del MESS siano quelli che si ricollegano alla cultura della suono elettronico australiana. Artisti e designer australiani hanno svolto un ruolo importante nello sviluppo della forma d’arte. Abbiamo dettagliato queste storie chiave come parte del nostro progetto Google. Per esempio, il Fairlight CMI è un perfetto esempio dell’impatto dell’innovazione australiana nel mondo. La fondazione di EMS come costruttore di strumenti è stata ispirata anche da artisti australiani e noi siamo molto fortunati ad avere nella nostra collezione uno dei tre ultra-rari EMS VCS-1. Abbiamo anche qualche rarità di fabbricazione Australiana che non troverete da nessun’altra parte al mondo come i sistemi Transaudio, di cui il Transaudio ProCase 6 è un esempio.
C’è qualche aneddoto interessante sullo Studio?
Ci sono tante interessanti e meravigliose storie da raccontare sul MESS! Penso che una delle mie favorite si riferisce al EMS VCS-1 di cui sopra. E’ stato dato al mio Co-Direttore Robin Fox da suo suocero Jim Sosnin, che era il tecnico del compositore australiano Keith Humble. Quando Keith morì, molti dei suoi strumenti passarono a Jim. La workstation customizzata di Keith che conteneva il VCS-1, Jim l’aveva passata a Robin molti anni prima dell’inizio del MESS. Essendo un uomo di poche parole, non aveva dato a Robin molte spiegazioni per capire a cosa servisse la workstation. Quando ho iniziato a conoscere Robin, ho visitato la sua casa-studio, che si trovava in un garage abbastanza esposto sul retro di una casa di periferia nei sobborghi di Melbourne. Mi ricordo di aver visto la workstation su una mensola e di aver chiesto a Robin che fosse. Lui mi ha detto: “Oh, è una vecchia cosa che mi ha dato Jim, era di Keith. L’ho collegata e fa dei suoni strani. Non so se funziona veramente o no”. È stato solo più tardi, una volta che abbiamo iniziato a lavorare al MESS e dopo aver fatto alcune ricerche, che ci siamo resi conto che questa workstation conteneva uno strumento incredibilmente raro e storicamente significativo. Per quanto ne sappiamo, il VCS-1 al MESS è l’unico ancora in funzione. Questo strumento era il prototipo del VCS-3 e del Synthi AKS. È pazzesco e un po’ vergognoso pensare che sia rimasto in quel capannone polveroso per tutti quegli anni! Questa non è l’unica storia che abbiamo al MESS su ritrovamenti di incredibili strumenti che erano stati lasciati nei cassonetti, nascosti nelle soffitte o trovati sotto i letti!
Come vivere lo Studio e come interagirci?
Il modo più semplice per accedere allo studio è associarsi. Il che dà accesso alla possibilità di prenotarlo per sessioni di 4 ore. Lo studio è aperto per 8 sessioni a settimana. Si può anche pagare per una sessione oppure organizzarsi per una visita o un tour allo studio. Il MESS non è come uno studio di registrazione; è un laboratorio open space e può supportare parecchie persone che lavorano contemporaneamente. Lo spazio è stato progettato per integrare la pratica contemporanea ed è focalizzato su gente che porta i propri laptop e interfacce audio in studio. In una sessione tipica, si posiziona il loro laptop accanto a una o due macchine della collezione. Si e’ poi liberi di utilizzare la macchina come si desidera per generare e catturare tutto il suono che si vuole. Si e’ quindi liberi di utilizzare queste registrazioni nei propri pezzi come si preferisce. Se chi viene non ha attrezzatura, puo’ comunque usare la collezione e noi possiamo comunque fornire tutto ciò di cui si ha bisogno per salvare il lavoro. Il nostro programma in residenza si espande su questo, consentendo agli artisti di trascorrere più tempo in studio per conoscere approfonditamente la collezione e creare installazioni sonore più elaborate.
Il MESS è aperto a collaborazioni con l’esterno?
Sì! Il MESS vuole essere aperto a quante più persone possibili e siamo costantemente alla ricerca di modi in cui le persone possono interagire con noi. Ad esempio, entro quest’anno porteremo una piccola parte della nostra collezione nella città costiera di Warnambool e allestiremo un “mini” MESS per condurre una serie di workshop e sessioni. Stiamo anche avviando un programma di “incursione” in cui il MESS entra nelle scuole e nelle istituzioni per insegnare alla gente la musica elettronica attraverso workshop e jam session.
Prevedete possibili sviluppi del MESS? Ad esempio un libro o un documentario che ne racconti la storia attraverso interviste e video?
La nostra grande sfida con il MESS è cercare di sfruttare al meglio tutte le opportunità che riusciamo a vedere. Sono molte le cose grandi che ci piacerebbe fare ma il nostro problema è non avere ancora il tempo e le risorse necessari per farle tutte! Una cosa che vorremmo fare è rendere ciò che facciamo più accessibile alle persone al di fuori di Melbourne e dell’Australia. Un’idea è quella di commissionare artisti per lavorare con la collezione e creare librerie di campionamenti che la gente possa usare. Vorremmo che queste librerie fossero l’opposto di una semplice ricreazione dello strumento, vorremmo piuttosto una collezione di suoni guidati dalla voce unica di un artista e dalla sua interpretazione della collezione del MESS.
Progetti futuri? Mostre, workshop, corsi in cantiere?
Come ho scritto sopra, abbiamo abbiamo tante idee progettuali e tante con progetti. Al momento stiamo facendo due grandi cose. Una è ristrutturare il nostro modello di membership per rendere l’accesso allo studio più facile e più accessibile economicamente. La seconda cosa a cui stiamo puntando è il trasferimento in una nuova sede più grande. Il nostro spazio è fantastico, ma il MESS si sta espandendo molto rapidamente e una cosa che inizia ad ostacolarci è che vorremmo avere più spazio utilizzabile. Il nostro nuovo spazio ospiterà molti più strumenti e persone e offrirà anche più workshop e corsi per la nostra scuola. È un periodo veramente entusiasmante quello al MESS adesso, e Robin e io siamo entrambi stupiti di quanto la cosa sia andata lontano in soli 6 anni.
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