(RareNoiseRecords/Goodfellas 2021)
‘III’ è il terzo album del trio ungherese, che non solo conferma la tendenza a miscelare prog-rock, feroce free-jazz, ipnotizzanti texture ambient e affascinanti ritmi est europei, ma in questo lavoro aggiunge un ulteriore elemento musicale: la musica del sud-est asiatico, in particolare il gamelan indonesiano e le estatiche composizioni devozionali dell’India.
In questo modo il trio riesce abilmente a fondere il misticismo e l’intensità spirituale di queste tradizioni musicali con la potenza insita nel sound della band, riuscendo così a creare suono complesso ed evocativo.
A rendere più appetibile queste dieci canzoni ci sono due ospiti speciali: la vocalist Dóra Győrf, cantante ungherese che lavora principalmente nel contesto di gruppi gamelan e wayang a Java, e il maestro dell’elettronica Bálint Bolcsó, collaboratore che aveva partecipato anche al precedente lavoro della band, “Summa”.
Idiosincratici ad ogni richiamo alle tendenze del momento i tre ungheresi ci deliziano con sonorità incostanti, epiche ed essenziali, il tutto ottimamente suonato, con cambi di registro stilistico mai fuori tono.
I drones noises che introducono Palaran portano il brano verso un oriente fatto di evocazioni femminili, sostenute dal guembri marocchino e dalla tambura serbo-croata. Con Cerbeus il trio si attiene ad un classico jazz-rock/prog, sfiorando l’epicità dei Gentle Giant. Oak, Ash e Thorn prendono in prestito melodie azerbaigiane e del gamelan indonesiano, filtrandole attraverso una foschia di riff space-rock e scrap-metal.
Minerva colpisce per il suo omaggio ai Battles in versione valzer e tribale, sicuramente il brano più intrigante.
“III” è un disco per tutti coloro che preferiscono le strade secondarie e poco rassicuranti, perché stufi o intolleranti delle solite sonorità che non hanno nulla di eccitante.
Voto: 9