(Cold Blue 2021)
Come a suo tempo la tragedia dell’abbattimento delle Torri Gemelle, così la recente pandemia, e il lockdown che in quasi tutto il mondo ne è seguito, ha toccato la sensibilità di artisti e compositori, alcuni dei quali hanno cercato di elaborare delle risposte, e a volte di offrire delle consolazioni, ai susseguenti stati di disagio. Nel caso di questa composizione, Sunrise, nata proprio nel pieno della pandemia da COVID-19 – parliamo dell’estate 2020 – la fonte di ispirazione per il duo Cooper-Bradshaw è stata la canzone The World Is Waiting for the Sunrise (da cui il titolo), risalente alla pandemia del 1918-1920 dovuta all’influenza spagnola. Si tratta di una canzone che è stata oggetto di numerose interpretazioni, da Duke Ellington a Willie Nelson. Lungi tuttavia dal produrre una sorta di nuova rilettura del brano, i due autori hanno lavorato – a distanza, come li obbligava la situazione – in maniera subliminale sul materiale melodico, armonico, e testuale della canzone. Nei suoi circa 32 minuti di durata, Sunrise si sviluppa gradualmente a partire da frammenti melodici e vocali di vario genere, in qualche modo legati alla canzone in questione, che Steven Bradshaw ha registrato e girato al sodale Jacob Cooper, il quale li ha elaborati da par suo, attraverso un uso parsimonioso ed emozionale dell’elettronica, degli sfasamenti ritmici, della ripetizione, dell’isolamento di sequenze sonore e testuali, del cambio di inflessione. Una originale operazione di de- e ri-contestualizzazione che procede – in modo coerente e coinvolgente – per fasi diverse, ora introspettive e malinconiche, ora più dense e materiche. Ciò che Sunrise lascia nell’ascoltatore è un messaggio di speranza nel potere salvifico e consolatorio dell’arte, nella fattispecie musicale. Jacob Cooper (uno dei più interessanti e promettenti nomi del collettivo di compositori americani “Sleeping Giant”) si conferma, con questa prova (che fa seguito alle eccellenti uscite per la Nonesuch e per la New Amsterdam), un maestro nel disegnare paesaggi musicali in cui elementi vocali ed elettronici si incastrano e si fondono alla perfezione, e in cui la scrittura contemporanea di matrice post-minimalista – si potrebbe pensare a Carl Stone come a uno dei suoi ideali predecessori – incontra la sensibilità pop, senza che nessuna delle due dimensioni prevalga sull’altra.
Voto: 8