Il nome Stradivarius è, per gli appassionati di musica classica e contemporanea, garanzia di qualità e ricerca. Fondata nel 1988, la label italiana si è negli anni imposta nel mercato musicale internazionale come etichetta dotata di una propria, inconfondibile fisionomia, contraddistinta da una accattivante veste grafica e improntata alla decisione di specializzarsi in registrazioni di musica rinascimentale, barocca e contemporanea. Accanto a interpreti celebri, l’etichetta milanese da sempre promuove giovani artisti di indiscusso talento. Con la serie Times Future, Stradivarius è diventata una delle etichette leader nel repertorio contemporaneo, pubblicando opere di Donatoni, Sciarrino, Maderna, Petrassi, Molino, Kogoj, De Pablo e altri. Oltre ad essere una casa discografica, Stadivarius è anche editore – sempre caratterizzato da uno sguardo internazionale e aperto alle novità ‒ e distributore. Da oltre trent’anni, Stradivarius Dischi offre un’ampia scelta di cd classici, rarità, prodotti di nicchia, preziose incisioni importate dall’estero. Stradivarius ha anche un servizio di vendita e-commerce e con ritiro diretto presso il negozio, nato in Via Stradivari, e ora situato in Via Sormani (Cologno Monzese). Abbiamo avuto il piacere di intavolare le nostre consuete “quattro chiacchiere digitali” con Andrea Dandolo, direttore artistico che vaglia i progetti e segue spesso le registrazioni sul campo, e Paolo Pinto, responsabile dell’ufficio stampa della Stradivarius Dischi, ai quali abbiamo rivolto le seguenti domande.
Come, e da chi, è nata l’idea di fondare la Stradivarius? Quali erano i vostri obiettivi, e quali sono quelli attuali?
Stradivarius è stata fondata da Roberto Elli nel 1988, dopo diverse esperienze nel campo del commercio e della distribuzione discografica. Gli obiettivi principali erano quelli di portare alla luce un repertorio inedito e di rara esecuzione, in particolare con le incisioni di musica rinascimentale-barocca confluite nella serie Dulcimer e, al contempo, di sostenere la produzione musicale contemporanea con la linea Times Future. Questa polarità di scelta programmatica ha consentito all’etichetta di assumere fin da subito una connotazione caratterizzante nel panorama produttivo discografico. Tale specificità viene perseguita ancora oggi attraverso un’attività che si declina nella ricerca di progetti originali e nel supporto agli artisti, sempre nella consapevolezza della specificità di ogni linguaggio musicale. La programmazione diventa così un percorso ricco di sorprese, di incontri e di momenti di approfondimento che consentono una crescita condivisa con l’artista all’insegna della cultura in musica.
La vostra label ha il gran merito di aver riportato alla luce autori e opere centrali del Novecento storico italiano (da Malipiero a Petrassi), e insieme di aver promosso l’opera di importanti autori italiani del secondo Novecento (come Donatoni e Sciarrino) e contemporanei (Fedele, Francesconi, ecc.). Pensate ci sia un filo conduttore che collega le diverse fasi della composizione colta italiana dai primi del Novecento a oggi?
Riteniamo che i fili conduttori siano riflessi dalle vite stesse dei compositori che, con le loro opere, esprimono nel corso degli anni e attraverso le loro diverse esperienze lo sviluppo progressivo del flusso compositivo. Per esempio, lavorando sulla produzione di Bruno Maderna abbiamo potuto seguire lo sviluppo della sua tecnica compositiva nelle diverse fasi creative, dagli accenni stravinskyani degli inizi fino al Maderna dodecafonico di Darmstadt, dal ‘Requiem’ per soli, cori e orchestra, scritto nel 1946 a soli 26 anni e oggetto di recente pubblicazione, fino a Serenata per un satellite o Grande Aulodia.
Le produzioni della Stradivarius sono esclusivamente in formato cd e digitale. Del vinile che ne pensate? Lo considerate una opzione da sondare per il futuro?
In realtà tra le prime produzioni pubblicate con il marchio Stradivarius, risalenti agli anni Ottanta, si annoveravano anche delle uscite in vinile, in particolare alcune registrazioni storiche degli anni Cinquanta e altre in ambito non strettamente classico, come l’album di Robbie Basho ‘Visions of the Country’. Al momento stiamo valutando, è indubbio il fascino dell’oggetto e ci piacerebbe poterlo realizzare per alcune produzioni particolari nella consapevolezza che tutto il progetto assumerebbe un risalto ulteriore.
Ritenete che piattaforme digitali come Spotify, YouTube, Qobuz, Napster, iTunes, Google, Facebook, Deezer, ecc., sulle quali siete già attivi da anni, rappresentino una risorsa per la diffusione delle vostre produzioni musicali?
La presenza e la diffusione della musica sui diversi stores digitali è ormai una realtà assodata, dalla quale non si può più prescindere. Siamo certamente convinti che le piattaforme digitali siano una risorsa per la fruizione musicale, permettendo di raggiungere una vasta platea di ascoltatori e di appassionati in ogni parte del mondo.
Passando alle Edizioni Musicali Stradivarius, potreste dirci quali criteri adottate per la selezione del materiale da pubblicare?
Per le Edizioni Musicali seguiamo generalmente gli stessi principi della programmazione discografica. Particolare attenzione è rivolta ai giovani e promettenti autori italiani, che si stanno segnalando anche sulla scena europea per le indiscusse capacità progettuali e compositive, frutto di numerose esperienze in contesti di respiro internazionale.
Per quanto riguarda la vostra attività di vendita online, come affrontate la concorrenza di colossi internazionali come Amazon o Presto Music?
Nel campo dell’online possiamo dire di essere stati tra i primi, in Italia, ad avere un negozio presente anche in rete. Nel nostro sito di vendita (www.stradivarius.it) cerchiamo di offrire tutte le principali etichette discografiche e proponiamo un catalogo notevolmente ampio con numerose rarità, tra le quali cd ormai introvabili, vinili originali e, negli ultimi anni, anche un buon numero di musicassette. La concorrenza dei colossi internazionali, tra cui segnalerei anche Ebay, ci ha spinto a individuare nuovi percorsi dove poter allargare costantemente la nostra visibilità. Per questo, con il nostro catalogo, siamo diventati venditori sulla piattaforma di Amazon e questo passaggio ci ha consentito di ampliare significativamente il raggio di azione. Su Presto Music siamo presenti con tutta la nostra etichetta discografica, sia nel formato fisico che in quello digitale.
Come vedete il futuro della musica classica, sia dal punto di vista di chi la crea e la produce, sia da quello di chi la fruisce?
La tendenza è quella di andare oltre gli approcci strettamente classici e di indirizzarsi sempre più verso il mondo del digitale, anche se per adesso resta ancora primaria l’importanza dell’oggetto, come rivela la costante attenzione al vinile che possiede sempre uno smalto singolare.
Quali progetti ha in cantiere la Stradivarius per i prossimi anni?
La nostra programmazione si sviluppa seguendo diverse linee di approfondimento per offrire una visione allargata del linguaggio musicale, specchio di una poliedrica contemporaneità. Tra i diversi progetti in cantiere segnaliamo i volumi delle collane che affrontano la produzione integrale per strumento di un autore, in particolare: l’integrale dei lavori pianistici di Gian Francesco Malipiero ad opera di Aldo Orvieto, e la seconda edizione, dopo quella ormai quasi “storica” di Boris Petrushansky, delle opere complete per pianoforte di Shostakovich con Eugenio Catone. Seguono, per citarne alcune, le produzioni dedicate ai nuovi interpreti chitarristici, cresciuti artisticamente alla scuola dei grandi maestri come Stefano Grondona; le pubblicazioni dei lavori dei compositori in résidence a Divertimento Ensemble e i nuovi lavori dell’Ensemble Alternance che, con sguardo europeo, prosegue nel costante cammino di ricerca di spunti creativi e nuove tecniche compositive.
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