(Seltz/ViceVersa/Bare Bones 2021)
Dopo i due dischi in solitaria di Ferruccio Quercetti, alias Ferro Solo, anche l’altro membro storico della più longeva e importante band italiana di garage-noise-punk, i bolognesi CUT, Carlo Masu, pubblica un disco a suo nome. Coadiuvato da Le Ossa, va a dire Mariagiulia Degli Amori (Mandria, IOSONOUNCANE), Stefano Orzes (Eveline, The Crazy Crazy World of Mr. Rubik) e Peppe Randazzo (Entrofobesse), Masu ha pubblicato queste dodici canzoni, frutto di un mucchio di appunti, su cui ha iniziato a lavorarci nel 2019.
Si tratta di un disco di canzoni che hanno il sapore di blues esistenziale, come lui stesso definisce il suo genere. Scordatevi, infatti, l’irruenza garage-punk dei CUT, ma pensate ad un cantautorato esistenzialista, supportato da un rock delicato, a volte dalle parvenze pop, ma che ha sullo sfondo sempre un garage, che tuttavia esplode in rarissimi casi e resta sullo sfondo, per fare in modo che ad emergere siano i testi, nei quali emerge ora la malinconia (Sismi e cataclismi), ora una profonda introspezione (La mia ombra), oppure l’esistenzialismo più puro e sincero (Il mondo che brucia).
Grazie alla capacità di utilizzare un linguaggio asciutto ed essenziale, Masu ha dimostrato di avere ottime doti cantautorali.
Voto: 7,5
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