(Unseen Worlds 2021)
Molti, tra i vari musicisti con cui ha collaborato nel corso della sua lunga carriera – da Robert Ashley a Peter Gordon – lo hanno definito un genio. Di sicuro, il compositore californiano Blue Gene Tyranny – al secolo Robert Sheff, nato nel 1945 a San Antonio e scomparso nel 2020 – è stato una personalità musicale sfaccettata ed eclettica, come ben dimostra questo imperdibile box di 6 Cd pubblicato dalla Unseen Worlds Records. Si tratta infatti di un cofanetto pregevole, dove troviamo di tutto: brani per pianoforte solo o due pianoforti, composizioni per sintetizzatore, pezzi per jazz band, un ciclo di canzoni, un’opera – The Driver’s Son, per voce recitante, synth, percussioni -, ardite sperimentazioni avanguardistiche, improvvisazioni live che spesso vedono lo stesso BGT nella veste di (abilissimo) performer al pianoforte e alle tastiere elettroniche. A mio avviso sono proprio queste ultime a far emergere quella che è una delle principali qualità del Nostro: la capacità di sviluppare un linguaggio in cui i mondi del jazz, della classica, del pop, del minimalismo e dell’elettronica si amalgamano fino a fondersi, e dove i confini tra composizione e improvvisazione diventano labili e vicendevolmente permeabili. Così, se da un lato i brani più immediati all’ascolto nascondono rigorose e complesse strutture ritmiche, dall’altro lato le composizioni più strutturalmente più ardite sono ammorbidite e rese amabili – “lovely”, come il nome della label che per prima pubblico le opere di BGT – da una sensibilità armonica e da un talento melodico e timbrico davvero inconfondibili.
Voto: 8