(Naxos Records, 2021)
Basterebbe ascoltare Sequoia, Silver Ladder o Petroushskates per comprendere la grandezza e l’originalità di questa compositrice americana, considerata dal New Yorker: “una delle compositrici di maggior successo di tutti i tempi”. L’autrice della sorprendente Fanfare for the Uncommon Woman, titolo iconico che contrasta con la celebre fanfare coplandiana, ha scritto numerosissime opere eseguite in tutto il mondo, tra cui spiccano gli audaci e potenti poemi sinfonici. Sequoia è del 1981 ed è un brano davvero molto interessante, ben strutturato e potente soprattutto per i contrasti melodico ritmici e le interessanti risoluzioni armoniche. ‘Strike Zones / Small / Still/Rapids / Ivory and Ebony’ è l’ultima uscita della Naxos che raccoglie le composizioni di Joan Tower, per percussioni, tastiere o pianoforte e orchestra. Il CD si apre con Strike Zones per percussioni, marimba e orchestra. La bravissima Evelyn Glennie dà il meglio di sé nell’esecuzione di questo brano, molto ritmico e coinvolgente, suonando le varie percussioni contemplate in partitura in modo eccelso. Stessa cosa per Small dove invece si esibisce come solista in un curioso brano per sole percussioni. Notevole anche Still/Rapids per pianoforte e orchestra, in cui i gruppi orchestrali della Albany Orchestra diretta da David Alan Miller, dialogano sapientemente in modo ora lirico ed espressivo, ora articolato e ritmico, con il pianoforte. Anche se si formò seguendo il serialismo di Olivier Messiaen e George Crumb si nota chiaramente, in questi brani, l’approccio e l’estetica compositiva di Joan Tower; un’estetica indubbiamente debitrice al neoclassismo di stampo straviskyano, che molti seguaci ebbe in America sino alla metà del Novecento ed oltre, sosterrei ancor oggi. Altrettanto belli ed originali sono i suoi quartetti per archi, una musica ritmica e timbricamente colorata, davvero molto coinvolgente e di grande interesse.
Voto: 8,5