(Communion 2021)
Un album per due.
La prima traccia, di Rupal è un rito di passaggio, o una passeggiata da, suoni lo-fi, a suoni di ottone e glitch, da una grande stasi vaporosa a suoni di nuovo materici e percussivi. La seconda traccia, quella di Delmore FX, accompagna altri suoni robotici a ritmiche vagamente dance, bruscamente interrotte e poi riprese: un’altra danza tribale attorno a un fuoco di microchip.
Non colgo una “poetica” comune, se non quella, immensa, che viene dall’impulso irrefrenabile a sperimentare: a provare a “comporre” dei suoni per dare una forma a un paesaggio, a colorarlo con una musica che assume tinte al neon, cangianti.
Il fatto che il sound del disco sia a 64bit come un robot synth non toglie pregio al lavoro, ma lo avvicina alla tendenza che ciascuno di noi ha, di nascosto in cameretta, di fare musica by his own. Ascoltatelo se volete avere nuova ispirazione per il vostro BeBot.
Voto: 7
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