(Artetetra/Communion 2021)
Come dire, meglio tardi che mai, il disco è uscito l’anno scorso in piena pandemia, ma quest’opera del duo indonesiano Senyawa, composto da Wukir Suryadi e Rully Shabara, era ed è un evento assolutamente da raccontare nei lidi kathodici. Senyawa, alla sua seconda decade di attività, esce con questo album intitolato ‘Alkisah’, che attraverso le sue tracce ci racconta la preparazione alla fine del mondo e alla ricostruzione dopo il crollo; ci racconta la ricerca di soluzioni, di nuove strategie per ricominciare a vivere in un mondo post-apocalittico. Nuovi modi di vivere in comunità, nuove soluzioni di adattamento e di crescita che l’essere umano mette in campo quando le condizioni lo richiedono. Chiedo venia per questa succinta introduzione, e vi consiglio di approfondire quanto sopra facendo un’approfondita ricerca in rete. Tornando nell’alveo della recensione vi dico che i brani spaziano dalla musica tradizionale indonesiana al metal, al folk, all’improvvisazione radicale, in un caleidoscopico maelstrom di suoni, prodotti da Wukir Suryadi con il suo strumento autoprodotto bambu wukir e dalla voce del cantante Rully Shabara che passa tranquillamente dal growl al cantato naturale. Un’esperienza per i vostri padiglioni auricolari che vi consiglio, una “necessaria” tempesta sonica che si abbatte di continuo per il piacere delle vostre orecchie. Ma la faccenda non finisce qui, perché veniamo a sapere che dietro al disco c’è una coproduzione di più di 40 label sparse per il globo, tra Italia (Artetetra, li abbiamo intervistati qui, e Communion, intervistati qui), Germania, Thailandia, Singapore, Stati Uniti, Malesia, per citare alcune nazioni, una produzione aperta in cui le label hanno la possibilità di personalizzare l’album nel design, nella confezione e anche la possibilità di rimasterizzare totalmente l’album, cosa che Artetetra e Communion hanno fatto con l’uscita di ‘Maka’, album di 16 remix realizzati da artisti italiani affini e sopraffini. Quindi ogni edizione è un’uscita a sé, un caleidoscopio di suoni senza confini geografici e mentali. Inoltre il progetto messo in campo si estende fino ad arrivare ad una rete di interventi che esulano dalla musica e arrivano fino all’autoproduzione di beni di consumo locali nella rete di supporto creata dal duo. Mi fermo qui, perché ora sta a voi, come ribadisco continuare l’approfondimento. Vi consiglio di cercarli e ascoltarli ripetutamente per capire che incredibile potere ha la musica. Ne vale la pena
Voto: chiaramente 9