(Discus Music 2021)
Tra il 2017 e il 2019, Keith Tippett e Matthew Bourne eseguirono una serie di concerti per due pianoforti – quasi tutti registrati. Questo doppio album della Discus Music presenta due performance del 2019: una serie di singoli pezzi in studio registrati al Leeds Conservatoire e un concerto dal vivo alla Union Chapel di Londra (purtroppo l’ultima apparizione pubblica di Tippett).
Un disco doppio caratterizzato da una malinconica, nostalgica bellezza: un esempio dell’arte del duo pianistico. Tremolanti respiri si fondono a una trattenuta ombrosa pesantezza, a una ariosa mitezza, nonché al flusso vivace del brontolio di un carrillon, un effetto che Tippett ottiene usando piccoli oggetti percussivi all’interno del pianoforte e appendendo un set di campane al coperchio del pianoforte. I brani del primo disco, registrato in studio, sono perledalla durata breve. Raffiche delicate, eppure materiche, compongono frammenti di temi in Etesians, dove a dominare sono il tocco e la risonanza. Dopo un barlume bluseggiante si parte Bise, il cui effetto complessivo è notevole: è come se entrambi i pianisti silenziassero insieme le loro corde. Buran è tipicamente “tippettesco”, con un vortice di linee melodiche che girano furiosamente insieme. Bora è un classico pezzo moderno, inventivo e fantasioso, dove il diluvio sonoro dei due pianoforti evoca l’immagine di una macchina. L’agognata tregua è data dall’eco della Moonlight Sonata che si ascolta nella ballata Samoon.
Il secondo CD è un lungo brano live: Sympatico/ Trade Winds. È il canto del cigno di Tippett. Frammenti giocosi sono sparsi attraverso la musica. Abili assoli e grappoli di note e suoni (anche le corde vengono usate dai due pianisti) vengono a comporre un effetto di arpa (eolica appunto); a un certo punto si ascolta, se si fa attenzione, l’eco di una Love me tender in sottofondo, e a tratti emergono atmosfere che potrebbero dirsi elettroniche, ma sono senz’altro, orgogliosamente, acustiche. Un’importante testimonianza.
Voto: 8,5