The Remote Viewers ‘The Remote Code’

(Remote Viewers 2021)

Tornano i Remote Viewers di David Petts, Adrian Northover e John Edwards (sax tenore, alto e soprano, contrabbasso, più, tutti e tre, tanta altra roba: marimba, mbira, stylophone autoharp, elettronica, metalli, noise generator, synths modulari e glockenspiel), con il contributo in qualche frangente di Caroline Kraabel al sax alto, Sue Lynch al tenore e Rosa Theodora al piano.
Un triplo cd, del quale onestamente non si sente il bisogno.
Registrato in quattro sessioni durante l’inverno/primavera del 2021, “The Remote Code”, espone l’attuale stato di salute dell’unità britannica, attiva dal finire dei novanta.
Noir di minimale riduzionismo, che si muove per circolari volute, agitate sempre da un sottile brivido irrequieto.
Fasi in solo e corali, trattenute e ben impostate, nessuno strappo, nessuna improvvisa divagazione dal copione noto (per chi conosce).
Dei settanta, cameristici e ben ordinati, appena impiastrati da ombrose inquietudini successive negli anni.
Un doppio e un quintuplo (“Sinister Heights” del 2009 e “The Control Room” del 2007), viaggiavano su altra, più libera energia.
Tutto ordinato, ammaliante, leccatino e non disturbante.

Voto: 6,5

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