(Cold Blue 2021)
Tornano a farsi sentire, le sculture risonanti dello statunitense Chas Smith.
Come altro chiamare sennò da sempre, la sua strumentazione autoprodotta?
Pedal steel guitars aliene e masse di metallo assemblato, suonato, percosso e sfiorato.
Nomi di strumenti come Guitarzilla, Bertoia, Pez Eater, Parabaloid, Big Ti, JrBlue, Copper Box, Lockheed, Que Lastas, Sceptre.
Tre composizioni oltre i quindici minuti, dove tutto sembra galleggiar sospeso a mezz’aria ma, la pressione che s’alza e si avverte costante, non è uno sbuffo spocchioso fine a se stesso.
Siam in ambiti legati all’arte di un’irregolare come Harry Partch, ad una stratificazione costante di segnali, che a dirli classico/sinfonici non si sbaglia poi più di tanto.
Il meraviglioso suono di un mistero, allo stesso tempo antico e di futuribile foggia.
Voto: 8