(Hive-Arc 2021)
Seconda uscita per il nuovo progetto del sublime Bates, dopo l’album del 2020.
Una delle voci per cui vale la pena posseder un paio di orecchie (insieme a quelle di Sylvian, Appleton e prima Wyatt).
In solo perso nell’ampia strumentazione (chitarra elettrica, basso, batteria, piano, tastiere, effetti, whistle, cimbali ed altro ancora), a tratteggiar percorsi di sconnessa innocenza post-bellica (la visione della generazione di Bates, nata a cavallo fra i cinquanta e sessanta).
Nove tormentate songs, in bilico fra stridori e sommesse melodie.
Ambient, industrial e folk, emulsionati l’uno nell’altro, un canto che scioglie a disegnar traiettorie, che il rombo della tempesta non riesce a modificare.
Voto: 8