Alla fine si è svolto al Teatro Sperimentale, invece che nel parco Miralfiore, a causa del rischio pioggia il concerto di Dinosaur Jr. Il trio inizia il suo set alle 22.30 e va avanti per un’ora e mezza, dopo le ottime performance di Emma Tricca con il suo folk elettrico e i Container47 che spaziano dal noise allo shoegaze, passando per new wave e uno spunto di Paisley Underground.
I Dinosaur Jr si dispongono con calma sul palco con Murph al centro, J. Mascis alla sua destra e Lou Barlow, scalzo, alla sua sinistra, davanti ad un teatro pieno con anche divese persone in piedi. Come da copione, se J Mascis canta in modo apparentemente impassibile, Barlow mena sul basso come se non ci fosse un domani, neanche fosse l’ultimo bassista punk al mondo, mentre Murph suona in modo deciso e serrato.
Mascis non si ricorda tutti i testi, per cui il rodie gli mette i testi alla base dell’asta del microfono e cambia chitarra ad ogni canzone, per cui deve riaccordarla e nel frattempo gli altri due si dilettano a jammare per intrattenere il pubblico.
Il trio alterna brani tratti dall’ultimo “Sweep It Into Space” a quelli più vecchi. Primo brano, infatti, è Thumb, da ‘Green Mind’, seguito da I Ain’t e da Garden dell’ultimo lavoro, quest’ultima molto più agguerrita che su disco, cantata da Barlow.
Con Little Fury, il trio infiamma letteralmente il teatro con l’apoteosi di noise melodico, per cui il pubblico stanco di stare seduto, si alza e si accalca sotto il palco.
Particolamente esaltanti Been There All The time, con i suoi avanti e indietro, e la quasi ‘metallica’ Mountain Man e una splendida Gargoyle, tratta dal disco d’esordio.
Chiaramente non poteva mancare Feel The Pain, così come Just Like Heaven, suonata nel bis e un po’ rallentata, prima della conclusiva isterica Chunks.
Un set preciso e inappuntabile che soddisfa il pubblico, contento di aver assistito ad un gruppo fenomenale, in grado di trovare la quadratura del cerchio tra melodia, punk, noise e Neil Young.