(Farpoint Recordings 2022)
Un’atmosfera di sospensione panica si offre a una percezione tattile del suono sin dalla prima traccia dell’album. Idee à la Debussy sgorgano dal pianoforte attraverso l’incontro con il suono liquido e fresco di una cascata che fluisce dall’alto, a immergere l’attività umana nella situazione ambientale per tutte le dieci tracce dell’album. Non si tratta di dieci brani separati, ma di tre suites distinte: Ice Creek si compone di tre parti intervallate nel corso dell’album; sei sono le parti di Forest Ephemerals: Four Flowers; completa il lavoro il brano di venti minuti che dà il titolo all’album. La delicatezza delle dita della pianista Xenia Pestova bennett ben interpreta le composizioni di Young (1950, Ontario) e ne intercetta la (forse tipicamente canadese?) dimensione estetico-ecologica. Pur sposandosi armonicamente con l’elettronica sottile e accogliente di Ed Bennett domina la scena soavemente per tutti i 56 minuti del disco (registrato in quel di Belfast).
Voto: 7