(TUM Records 2021)
Wadada Leo Smith continua a celebrare il suo 80esimo compleanno facendo quello che gli riesce naturale, cioè suonare, e Kathodik ne continua a parlare con piacere. I riassunti delle puntate precendenti li trovate qui: precenti album, e intervista, così potete seguire senza perdervi nulla. A questo nuovo disco vediamo il nostro affiancato ad altri due straordinari musiciti: il batterista Jack DeJohnette e il pianista Vijay Iver, che dialogano perfettamente con il nostro. Ve lo garantisco, questo disco, e ne parlo da ascoltatore “ripetente”, è bello senza tanti giri di parole, segna un intervallo di tempo di benessere, perlomeno da me percepito, dopo il precedente box ‘The Chicago Symphonies’ che invece teneva l’ascoltatore in tensione intellettiva. Niente basso per non “orientare” l’ascolto ma per dare una sorta di orizzontalità musicale che permetta di sperimentare tutto lo spettro sonoro, leggiamo dal libretto, che dice anche che questa pratica dell’ensemble è stata introdotta dal trio Anthony Braxton, Leroy Jenkins, e Wadada Leo Smith stesso, nella registrazione dell’album ‘3 composition of new Jazz’ del 1968 e ‘Silence’ nel 1969. L’interplay anche questa volta è eccellente e l’abilità dei musicisti è una garanzia. Oltre questo solo l’ascolto ripetuto del disco ci può aiutare a resistere in questi tempi difficili.
Voto: 9