(Discus 2022)
Nonostante sia uscita già diverso tempo fa questa raccolta merita di essere conosciuta dai più perchè sprigiona in un breve lasso di tempo (tre composizioni non particolarmente estese) con fare decisamente chiaro il pensiero free secondo il percussionista Tony Oxley, storico improvvisatore della scena inglese, che molti ricorderanno per essere stato tra i fondatori della etichetta Incus e per aver collezionato collaborazioni con mostri sacri dell’avant, quali Derek Bailey, Cecil Taylor, Anthony Braxton, e altri ancora.
I frammenti, tutti inediti, che vanno a comporre “Unreleased” provengono in toto dall’archivio personale del batterista, incorporando tracce prodotte dal 1974 al 2016: tre formazioni differenti, due quintetti e un duo che attraverso movenze quasi filosofiche tessono il pensiero radicale di Oxley, fatto di armonie non convenzionali, architettate da un set percussivo che diventa tutto un corpo con metalli, campanacci e devices elettronici. Si parte con The Embrace, Ensemble 1 e 2, dove spiccano il trombone di Paul Rutheford e il basso di Barry Guy; qui i dialoghi free si attestano su scambi piuttosto istintivi che vanno gradualmente a crescere di materia e volume. Diverso è il discorso per Frame, in cui la presenza dissonante di una coppia di violini amalgamati all’elettronica rende all’orecchio una vasta gamma di timbriche minime che conducono gradualmente alla classica esplosione finale. Più mansueti e riflessivi i dialoghi tra percussioni ed elettronica di Combination, la quale sembra non seguire un filo logico, suonando come un insieme di prove estemporanee dal timbro radente, silente, il cui interesse è sicuramente minore rispetto alle composizioni precedenti. Ascolto consigliato sia ai più esperti ma diretto in particolare a chi volesse conoscere per la prima volta i mille volti e le mille astrazioni di casa Oxley.
Voto: 7