(Wide Ear Records 2022)
Ci sono dischi dove il silenzio gioca un ruolo decisivo. Un maestro del novecento quale John Cage lo ha sempre ribadito: il silenzio è seduzione, il silenzio è potenza, il silenzio è vibrazione.
Chiariamo che “Fetzen Fliegen” non è un disco privo di materia sonora, ma Studer ha fatto in modo che il silenzio si amalgami alla perfezione, intervallandosi con le improvvisazioni che crea con il solo contrabbasso.
Altro fattore è lo spazio dove le tracce sono registrate, posizionando vari microfoni in diverse punti dell’ improv-set; determinando quindi, nella fase di editing finale, una gamma di effetti sonori piuttosto eterogenei, che, a seconda della postazione in cui il suono è imprigionato, andranno gradatamente a mutare sia nello spessore che nel volume.
Terzo tassello è il rapporto para-carnale che il musicista elvetico instaura con il suo strumento, confermando una decisa indole multiforme, dove non è ammessa staticità, suonando il contrabbasso in diversi modi, sia con l’archetto, sia pizzicando le corde ad altezze non convenzionali, inserendo e togliendo all’istante bacchette di legno sulla tastiera, manipolandolo come tradizione contemporanea insegna.
Quarto elemento rilevante la fusione del suono improvvisato con la video-art: Studer alla bisogna abbina al formato audio un video (il codice per il download lo troverete all’interno del digipak) dove Fetzen Fliegen 1 è arricchita dalle immagini in bianco e nero di Lisa Böffgen che inquadra lentamente il corpo del contrabbasso, esaminandolo in tutti i suoi rivoli, sviscerando così la sua anima e la sua magnetica essenza.
Dai tempi di Taku Sugimoto con il mitico “Opposite” che non udivo una prova di estemporaneità solitaria così incisiva.
Voto: 7,5