(Go Down 2022)
Dopo 9 anni di silenzio, il quartetto bolognese, capitanato da Alice Albertazzi, pubblica il suo nuovo disco. Di acqua ne è passata sotto i ponti, ma gli Alix continuano ad essere piuttosto fedeli alla miscela di psichedelia, stoner, garage e psych-blues. Tuttavia, il sound è meno aggressivo che in passato e ha molte più linee armoniche.
Tanti i riferimenti al miglior rock esploso dagli anni ‘70 ai ‘90, che si tratti dell’indie, con ottime chitarre, Sweetly Waiting, o la tagliente e aggressiva in progress Whay Don’t You.
Nel complesso dunque il loro massiccio stoner lascia spazio ad una psichedelia sporca e pesante, che talvolta deraglia verso sonorità più orecchiabili e fruibili di Ride Your Light e altre verso il blues acido ed evocativo di Anymore.
Su tutto il disco svetta esile la voce ipnagogica di Alice Albertazzi, sirena lisergica che ripete versi come fosse vittima del suo stesso sortilegio, dissolvendo le parole in un torrente lavico che scorre a valle con riflessi arcobaleno.
Voto: 7