(Recognition 2022)
“Pristine”, è opera altamente persuasiva.
Quella del polacco Jacek Sienkiewicz (dj, produttore e founder dal 2000, della label Recognition), è un’elettronica ambientale fatta di bolle organiche, ritmiche minimali, intimità da club e filtraggi di sensibilità sperimentale.
Un suono che lascia trasparir ascendenze jazz (il principiar d’album JD kst), trattate, scomposte e ricomposte, come urbano sfondo acceso/colante (chi tutt’ora si prostra al Fennesz di “Endless Summer”, apprezzerà mucho).
Intriso in più di una sua ciclica ripetizione, di Coil spleen, profondo e lunare come deve essere (bemo1), a gocciar nel caleidoscopio multicolore, pigro nel mostrar la propria bellezza di FSOL.
Che non scorda e smolla, le proprie radici in battuta, tra Detroit e Chicago, prese e infilate, in un tunnel oppioide Porter Ricks (ufx33).
Rigogliose nubi etno-digitali, solcano placide l’azzurro del cielo (tor un).
In sinfonico allungo, sul limitar di un neo-classicismo che avanza fra urti e attriti cosmici (Kristine). Materia trattata con garbo (legni e metalli?), e l’ultimo, malinconico giro di battiti, che resta nella testa dopo la chiusura del club, la strada deserta, la spazzatura svolazzante (wolod).
Neon neon neon, sfreccia veloce e cola sul bordo degli occhi, la sequenza è frequenza, un sibilo, ogni cosa tutt’attorno è abbandono (arpszym).
Qualcosa poi, parecchio dopo, nel buio si riaccende e brilla (DIM machine).
Voto: 8
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