(Discus 2022)
L’ascolto si fa cullare dal soffice intreccio fluido di note. E non è sempre facile discernere il contributo del vibrafono di Martin Pyne da quello del piano Rhodes di David Beebee. La ricetta è uno dei piatti preferiti della Discus: un sapiente mix di frammenti di composizione e libera improvvisazione; il genere è un jazz moderno, che, talvolta appoggiandosi su alcune composizioni sottili (come l’iniziale Making the Point di Pyne, la successiva, minimale, Wabi Sabi di Beebee), si affida per lo più alla fantasia estrosa nel momento della performance, per sviluppare l’idea sonora alla base del progetto musicale: l’increspatura (ripple). Essa è il tema da variare incorporato nella qualità liquida dello scintillante magma sonoro generato dalle due tastiere. Pallide autunnali albe nordiche risvegliate dalle placide onde sulla spiaggia bianca, lievemente increspate da morbidi venti gelidi (pungenti, eppure accoglienti), evocano le dolci vibrazioni che compongono brani come Sordankyla, Peg Powler, Kingfischer Blue e Acheron (per menzionare solo altre quattro delle dodici tracce dell’album). L’invito alla calma contemplazione del paesaggio sonoro è la cosa stessa.
Voto: 8